Nuova Riveduta:

Genesi 45:11

Qui io ti sostenterò (perché ci saranno ancora cinque anni di carestia), affinché tu non sia ridotto in miseria: tu, la tua famiglia e tutto quello che possiedi".

C.E.I.:

Genesi 45:11

Là io ti darò sostentamento, poiché la carestia durerà ancora cinque anni, e non cadrai nell'indigenza tu, la tua famiglia e quanto possiedi.

Nuova Diodati:

Genesi 45:11

E là io ti sostenterò, perché ci saranno ancora cinque anni di carestia, affinché tu non sia ridotto in miseria: tu, la tua famiglia e tutto quello che possiedi".

Riveduta 2020:

Genesi 45:11

E qui io ti sostenterò (perché ci saranno ancora cinque anni di carestia), in modo che tu non sia ridotto alla miseria: tu, la tua famiglia, e tutto quello che possiedi'.

La Parola è Vita:

Genesi 45:11

Non ci sono versetti che hanno questo riferimento.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Genesi 45:11

E quivi io ti sostenterò (perché ci saranno ancora cinque anni di carestia), onde tu non sia ridotto alla miseria: tu, la tua famiglia, e tutto quello che possiedi.

Ricciotti:

Genesi 45:11

Ivi io ti manterrò, giacchè vi saranno altri cinque anni di fame, acciò tu non perisca, tu, la tua casa, e tutto quello che ti appartiene". -

Tintori:

Genesi 45:11

E lì io vi sostenterò (giacché vi saranno ancora cinque anni di carestia), e così tu con la tua casa e tutto quello che possiedi non perirai.

Martini:

Genesi 45:11

E ivi ti sostenterò (perocché vi restano tuttora cinque anni di fame), affinché non perisca tu, e la tua casa, e tutto quello che possiedi.

Diodati:

Genesi 45:11

E io ti sostenterò quivi, perciocchè vi saranno ancora cinque anni di fame; acciocchè talora tu non sofferi necessità, tu, e la tua famiglia, e tutto ciò ch'è tuo.

Commentario abbreviato:

Genesi 45:11

Capitolo 45

Giuseppe consola i suoi fratelli e manda a chiamare suo padre Gen 45:1-15

Faraone conferma l'invito di Giuseppe, i regali di Giuseppe ai suoi fratelli Gen 45:16-24

Giacobbe riceve la notizia che Giuseppe è vivo Gen 45:25-28

Versetti 1-15

Giuseppe lasciò continuare Giuda e sentì tutto quel che disse. Vide l'umiliazione dei suoi fratelli per i loro peccati, ricordandosi di sé stesso poiché Giuda lo aveva menzionato due volte nel suo discorso e vide come erano rispettosi verso il loro padre e molto teneri nei confronti del loro fratello Beniamino. Ora erano maturi per la consolazione che aveva in riserbo per essi e si fece riconoscere. Giuseppe ordinò a tutti i suoi servi di ritirarsi. Cristo fa così conoscere le sue dolcezze al suo popolo lontano dalla vista e dall'udito del mondo. Giuseppe versò lacrime di tenerezza e di grande affetto e con esse gettò via quell'austerità con cui egli si era comportato finora verso il suo fratelli. Questo rappresenta la compassione divina verso i penitenti che ritornano. "Sono Giuseppe, vostro fratello". Questo umiliò ancora di più il loro peccato di averlo venduto, ma li incoraggiò a sperare in un trattamento benevolo. Così, quando Cristo volle convincere Paolo, gli disse: "Sono Gesù", e quando consolò i suoi discepoli gli disse: "Sono io, non temete". Quando Cristo si manifesta ai suoi, egli lo incoraggia ad andare verso di lui con tutto il cuore. Giuseppe fa così dimostrando loro che in qualunque modo essi avevano pensato di nuocergli, Dio trasse da esso del bene. I peccatori devono affliggersi ed essere tristi per i loro peccati, sebbene Dio ne tragga da essi del bene affinché non si vantino in nessun modo. La somiglianza fra la storia di Giuseppe e il caso del peccatore che si converte, cioè come Cristo si manifesta alla sua anima, è veramente impressionante. Il peccatore, secondo questo paragone, non deve pensare a qualche peccato lieve, ma al male maggiore e, in questo modo, si può difendere dalla disperazione e può essere pronto a rallegrarsi in quel Dio in cui ha sperato, mentre ancora trema pensando ai pericoli e alla distruzione da cui è fuggito. Giuseppe promette di occuparsi di suo padre e di tutta la famiglia. È dovere dei figli, se la necessità dei loro genitori in qualsiasi momento lo richiede, sostenerli e soddisfarli al massimo della loro capacità: ecco l'esempio della pietà verso quelli di casa sua, 1Ti 5:4. Dopo che Giuseppe ebbe abbracciato Beniamino e accolto tutti loro, i suoi fratelli gli parlarono apertamente di tutti le cose della casa del loro padre. Dopo il gesto della riconciliazione con il Signore Gesù, ne segue una dolce comunione con lui.

Riferimenti incrociati:

Genesi 45:11

Ge 47:6,12; Mat 15:5,6; Mar 7:9-12; 1Ti 5:4

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